14 novembre 2009

Ossessione


In questo caso siamo all’”ossessione”, termine che deriva non a caso da obsidere che significa assediare.

tratto da un articolo di Umberto Galimberti pubblicato su la Repubblica del 7/11/2009, reperibile qui

ob sidere = stare seduto presso qualcuno per isolarlo dagli altri, assediare (www.etimo.it)

7 novembre 2009

Zero


Nell’opera del toscano Fibonacci viene riportato anche un interessante studio sul numero zero. È interessante notare che in sanscrito lo zero veniva chiamato ‘sunya’ che significava ‘il vuoto’. Quando il sistema numerico passò alla cultura araba lo zero prese il nome di ‘as-sifr’, termine inteso esattamente nelle medesima accezione.
Fibonacci latinizzò nel suo trattato il termine ‘as-sifr’ in ‘zephyrum’.
Successivamente la parola si deformò in ‘zefiro’ e, infine, ‘zero’ nella parlata veneziana. Ma ci fu anche un altro filone etimologico che condusse in Italia al termine meno specifico ‘cifra’. In inglese la parola ‘cipher’ significa proprio ‘zero’.


Curiosità nata dal libro Sono il numero 1 di Anna Cerasoli (pag.98): Lo zero è un vento ... perchè deriva dalla parola zefirus che era proprio il nome di un venticello

5 ottobre 2009

Furbo

La parola «furbo» viene dal francese fourbe(ladro), fourbir (ripulire le tasche). Ci siamo impadroniti di questo insulto, che gli invasori francesi ci rivolgevano in tutte le epoche, e ci siamo attribuiti volentieri l’astuzia e la malizia del ladro: prima verso gli occupanti, poi nella nostra stessa comunità. È dunque «furbo» chi non paga le tasse e salta le file, mentre - secondo la celebre definizione di Giuseppe Prezzolini - sono considerati «fessi» gli onesti, i rispettosi dei diritti altrui e del bene comune.

27 settembre 2009

Considerare


<<“Considerare” (con sidere) significa “con le stelle”; riconsiderare significa riunirsi al movimento e ai cicli del cielo e della vita. Qui l’enfasi è posta sulle intenzioni degli esseri umani, dato che gli esseri umani sono fragili e imperfetti. Le persone non sempre sanno leggere e scrivere o sono istruite. Molti individui nel mondo sono poveri e soffrono di malattie croniche. Non sempre i poveri riescono a procurarsi il cibo giusto per un’alimentazione corretta e devono lottare per nutrire ed educare i loro figli. Se persone con tali carichi riescono ad andare oltre le loro difficoltà quotidiane e agire con il chiaro scopo di combattere lo sfruttamento e operare per la ricostruzione, allora si sta preparando qualcosa di veramente potente. Non si tratta solo di poveri, ma di persone di tutte le razze, di tutte le classi sociali e di tutti i luoghi del mondo. “Un giorno finalmente hai capito quel che dovevi fare e hai cominciato, anche se le voci intorno a te continuavano a gridare i loro cattivi consigli”. Questa è la descrizione che Mary Oliver fa del passaggio da un’atteggiamento profano a un profondo senso di connessione con il mondo vivente.

Anche se generalmente i telegiornali annunciano la morte di persone a noi estranee, milioni di uomini e donne continuano ad agire proprio in nome di quegli estranei. Questo altruismo ha origini religiose, persino mitiche, e affonda le sue radici nell’estrema concretezza del XVIII secolo. Gli abolizionisti furono il primo gruppo a creare un movimento nazionale e globale per difendere i diritti di persone che non conoscevano. Fino a quel momento, nessun gruppo di cittadini aveva avanzato reclami che non avessero a che fare con i loro stessi interessi. I conservatori misero in ridicolo gli abolizionisti, allo stesso modo in cui oggi deridono liberali, progressisti, attivisti e tutti quelli che vogliono risolvere i problemi del mondo, rendendo questi termini dispregiativi. Curare le ferite del mondo e dei suoi abitanti non richiede santità o un partito politico, ma solo buon senso e perseveranza. Non si tratta di un’attività liberale o conservatrice, si tratta di un atto sacro. È un’impresa enorme che cittadini comuni, e non governi autonominati od oligarchie, stanno portando avanti in tutto il mondo.>> (Paul Hawken Moltitudine inarrestabile ed. Ambiente pag.33)

Per l'etimologia del termine vedi il post su Desiderio

18 settembre 2009

Google

"Comunque, un numero grandissimo, anche se non è il più grande, io lo conosco. Si chiama Googol ed è formato da 1 seguito da cento zeri. E' così grande che è più grande di tutti gli atomi dell'universo! L'ho letto su un giornalino e ho letto pure che i due ragazzi che hanno inventato il motore di ricerca Google gli volevano dare quel nome lì, ma poi hanno sbagliato a scriverlo ed è venuto fuori Google"
(tratto da "Sono il numero 1" di Anna Cerasoli ed. Feltrinelli Kids"



8 settembre 2009

Scuola

Con l'aiuto del Dizionario etimologico online scopriamo che nella sua origine la parola scuola ha a che fare con il tempo libero, l'ozio, l'aver tempo.... Occorrerebbe una riflessione. C'è chi sta pensando ad una Slowschool e propugna quindi la Pedagogia della lumaca


4 settembre 2009

Arabeschi


...Ma non è possibile tacere degli apporti che l’italiano e i dialetti hanno tratto nei secoli da un’altra lingua, l’arabo. Alcune parole come ayatollah, kebab (giuntoci come caffè attraverso il turco), kefiyyah hanno avuto una reviviscenza recente. Altre non hanno bisogno di reviviscenza tanto sono radicate profondamente sul suolo italiano. Anzitutto nei nostri dialetti, specie nelle parlate siciliane, attraverso cui sono poi spesso passate nell’italiano comune, come cosca, dammuso, sciarra e sciarriari, zagara, ma si pensi anche al genovese camallo o all’orginariamente veneziano arsenale. Molte si sono insediate nell’italiano dai primi secoli della nostra storia linguistica come effetto del superiore prestigio culturale che avevano gli islamici dall’Arabia all’Africa Settentrionale alla Spagna. Ecco una piccolissima scelta di queste parole: alambicco,albicocca, alchimia, alcol, alcova,alfiere, algebra, algoritmo, almanacco, ammiraglio, arsenale, auge, assassino, azimut, azzardo, azzurro. Nutrizione e astronomia, chimica e costume, tecnologia e matematiche: tutti campi in cui noi, ma anche altri europei, abbiamo imparato cose e parole dalla grande cultura araba. Dell’amalgama (arabismo!) di tante contaminazioni è fatta l’identità delle nostre parlate e dell’italiano....

articolo completo di Tullio De Mauro qui


22 agosto 2009

Desiderio


Leggendo un testo sull'umorismo trovo: Desideri (de - sideribus), incuriosita cerco su wikipedia e trovo:

l'etimologia della parola desiderio ("de sideribus") ci rimanda al De bello Gallico:
i desiderantes erano i soldati che stavano sotto le stelle ad aspettare quelli che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo desiderare: stare sotto le stelle ed attendere.

Il dizionario etimologico spiega così:

20 agosto 2009

Cosmetica

Girovagando in cerca di notizie sui fiori ho trovato questo segreto interessante:

Cosmetica da cosmo (=universo ordinato e armonico) è la tendenza ad essere in armonia con l’Universo

Scrive Erodoto a proposito degli Sciiti: “Gli Sciiti fanno bagni di vapore… tritano su una pietra ruvida, su cui versano acqua, pezzetti di cipresso, di cedro e di incenso, poi con quello che hanno tritato fanno una pasta spessa con cui si spalmano tutto il corpo ed il viso: le pervade così un soave profumo e insieme, quando il giorno dopo si tolgono il cataplasma, la loro pelle risulta brillante” E’ una delle centinaia di ricette di bellezza pervenuteci dall’antichità. Ricette e ingredienti diversi, un unico e gran denominatore: la cosmesi che aveva, nel mondo antico, una precisa rispondenza terapeutica e religiosa.

16 agosto 2009

Disastro e rischio

"Lo sai cosa vuol dire disastro?" chiede la passeggera con cui ho chiacchierato sul parapetto. "È la mancanza di stelle che spaventa i naviganti. Vuol dire andare senza gli astri che indicano la strada. Come stanotte sul Tirreno". Resto sorpreso, è strano che non ci abbia mai pensato. "E poi c'è la parola rischio. Quella non la indovini mai più. Si racconta che, per battere la concorrenza, i commercianti d'Oriente anziché navigare sulle coste puntavano al largo quando spirava il vento potente, che in persiano si dice "Ruzgar-i kuvve". Ma poiché quel vento era pericoloso e talvolta causava naufragi, la frase "prendere il Ruzgar", udita dagli italiani, divenne "prendere il rischio".

(2 agosto 2009 - Repubblica - L'Italia sottosopra di Paolo Rumiz)


15 agosto 2009

Ferragosto

Ferragosto è una festività tipicamente italiana, assente negli altri paesi europei, che cade il 15 agosto. Tradizionalmente dedicata alle gite fuori porta, è spesso caratterizzata da lauti pranzi al sacco e, data la calura stagionale, da rinfrescanti bagni in acque marine, fluviali o lacustri. Molto diffuso anche l'esodo verso le località montane o collinari, in cerca di refrigerio.

Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i Consualia, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di autopromozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane allo scopo di fornire una adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.

Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto.

tratto da Wikipedia

14 agosto 2009

Le parole parlano...

... e dicono di più di quello che appare, nelle parole e nel loro uso c'è la storia, c'è l'umanità, ci sono segreti dimenticati che non sappiamo più. Ogni volta che scopro dentro una parola quel filo che la porta indietro nel tempo mi emoziono, mi sento molto ignorante ma ... so di non sapere.